IL MONUMENTO ALL'EMIGRANTE
SI REALIZZA UN SOGNO Il trenta giugno 2012, sul Santuario del SS. Salvatore di Montella è stato finalmente inaugurato il Monumento all’Emigrante. L’idea parte, nel lontano 2004, da Norristown-Pennsylvania (USA) ad opera di un gruppo di emigranti di origine montellese, appartenenti all’Associazione Regionale della Campania in Pensilvania guidata da Erminio Gambone, collaborato da Italo Manzi, Sandro e Franco D’Angelo, Vincenzo Russo, Enza Gambone, Lorena D’Angelo, Frank “Hank Cisco” Ciaccio, Sonia Saporito, Anthony Scalise e molti altri. La scelta della località dove innalzare il monumento cadde su Montella e il luogo non poteva che essere il Santuario del SS. Salvatore che per tutti i montellesi è il riferimento più caro, che si conserva nel cuore per tutta la vita. Tutti i nostri emigranti, prima di lasciare il luogo natio, si recano sempre sul Santuario per ottenere la benedizione del Salvatore e la Sua protezione per affrontare felicemente l’avventura nel nuovo paese. Essi, ritornando nel luogo di nascita, il primo pensiero che hanno è quello di ritornare sul Santuario per ringraziare il Salvatore per la protezione accordatagli. A Montella, per portare a compimento l’idea, fu costituito, con atto per notaio Leonardo Baldari, in data 5 ottobre 2007 l’Associazione per la Realizzazione del Monumento all’Emigrante, con presidente Vitantonio Gambone, fratello di Erminio Gambone, vice presidente lo scrivente, tesoriere Silvio Santarella, Vincenzo Favale segretario e Ciociola Carlo e Chiaradonna Carmela consiglieri. Nelle finalità del Comitato, oltre alla realizzazione del monumento, erano previsti la celebrazione a cadenza annuale della Giornata dell’Emigrante e la realizzazione, sempre sul Santuario del SS. Salvatore, di un piccolo museo dell’Emigrazione, con la finalità di raccogliere notizie storiche, documenti, ricordi e tutto quanto riguarda il fenomeno dell’emigrazione, che per Montella è stato particolarmente rilevante durante il ventesimo secolo: certamente sono più numerosi i montellesi sparsi nel mondo che quelli che attualmente risiedono nel luogo natio. Il primo ostacolo da superare fu quello di individuare il luogo sul Santuario dove ubicare il monumento. Il dialogo tra il Rettore don Eugenio D’Agostino ed il Comitato per la scelta del sito ebbe un felice esito per un mio autorevole intervento: sono stato componente del Comitato del SS. Salvatore per oltre quarant’anni, progettando e dirigendo, naturalmente a titolo gratuito, lavori per centinaia e centinaia di milioni di lire. Fu scelto il triangolo di terra compreso tra lo scalone principale di accesso al Santuario e la stradina che porta alla Casa del Pellegrino e al ristorante. Tale triangolo era costituito da un costone scosceso coperto da arbusti e sterpaglia. Effettuati i rilievi della piccola zona ad opera gratuita dal geom. Sandro Marano, predisposi il progetto di massima, che dovette essere approvato dal Comitato del Santuario, dalla Curia Vescovile e, su nostra richiesta di un parere preventivo, dalla Soprintendenza ai Beni AAA. di Avellino e Salerno. L’architetto Vito De Nicola effettuò un sopralluogo sulla zona e ci fornì preziosi suggerimenti, che accettammo di buon grado.
PROGETTO E BOZZETTO DEL MONUMENTO
Per la realizzazione del monumento in bronzo, con una scelta quasi “obbligata”, fu incaricato il maestro Antonio Manzi, nato a Montella, già autore delle due porte laterali in bronzo della Chiesa del SS. Salvatore sul Santuario, anche lui emigrato in Toscana all’età di tre anni e che, per le sofferenze patite per l’abbandono del paese natio, ben poteva interpretare lo spirito dell’iniziativa da realizzare.
ALCUNE FASI DELLA REALIZZAZIONE
Il monumento ideato dal maestro Manzi, alto oltre quattro metri e ottanta centimetri, ha per titolo “IL CAMMINO DELLA SPERANZA”. Esso si erge come un albero contorto da una base di massi calcarei che vogliono rappresentare l’aridità della vita nel luogo di nascita. Da esso partono le radici contorte dell’albero. Gli uccelli migratori sono il simbolo della speranza. La tortuosità del tronco dell’albero rappresenta il difficile cammino dell’emigrante in terre sconosciute. I volti che si affacciano dal tronco simboleggiano la sofferenza iniziale degli emigranti. Salendo il fusto si allarga a forma di calice simbolo della speranza. Le mani che sorreggono la famiglia rappresentano la solidarietà tra gli emigranti. Il fanciullo stretto tra i genitori rappresenta la fertilità e la continuità della vita. La sommità del monumento, con la famiglia unita e felice, rappresenta il raggiungimento degli scopi dell’emigrazione e della raggiunta felicità.
DESCRIZIONE E PARTICOLARI
Il progetto definitivo dovette ottenere, oltre a quelli già espressi dal Rettore del Santuario, dalla Curia Vescovile e dalla Soprintendenza, il parere favorevole della Comunità Montana Terminio-Cervialto, della Direzione del Parco Regionale dei Monti Picentini, del Corpo Forestale e infine del comune di Montella, dopo il parere favorevole della Commissione Paesaggistico-Ambientale del 9/4/ 2009, che rilasciò il Permesso a costruire in data 3.11.2009, rinnovato il 7 giugno 2011. In data 29 maggio 2010 fu celebrata la cerimonia della posa della prima pietra, costituita da un frammento di pietra calcarea prelevato dalla fondazioni del costruendo Palazzo del Congresso degli Stati Uniti d’America nel lontano 1800 e conservato da italiano emigrato da Mirabella Eclano , tale Angelomaria Scala. Un suo discendente, Charles L. Scala, lo ha donato all’Associazione Regionale Campana della Pensilvania (USA), in persona di Erminio Gambone, accompagnato da un certificato notarile, che ne attesta la provenienza, proprio per lo scopo della realizzazione del monumento all’emigrante.
LA PRIMA PIETRA E LA MEDAGLIA COMMEMORATIVA
Alla suggestiva cerimonia erano presenti insieme all’artista Manzi, il presidente Erminio Gambone, con altri componenti, don Tarcisio Gambalonga, in rappresentanza dell’Arcivescovo di S. Angelo dei Lombardi e diocesi associate Mons. Francesco Alfano, il parroco D. Franco cerimonia della posa della prima pietraDi Netta, il Sindaco ing. h. c. Ferruccio Capone e membri della giunta comunale, le rappresentanze delle dodici confraternite religiose di Montella, il presidente dell’Associazione per il Monumento all’Emigrante Vitantonio Gambone e componenti del direttivo: assente lo scrivente, che in quella data si trovava in Canada, per il matrimonio di una nipote della propria moglie Elena Beccuti. Madrina della posa della prima pietra fu la brava conduttrice di RAI International, sig.na Francesca Alderisi. La suggestiva cerimonia fu trasmessa da RAI International in tutto il mondo e io la vidi in Toronto con viva commozione.
CERIMONIA DELLA POSA DELLA PRIMA PIETRA
I lavori ebbero effettivo inizio soltanto nell’aprile di quest’anno, dopo l’abbondante nevicata del febbraio-marzo scorsi. L’impresa esecutrice fu la CR Costruzione di Capone Rosario, figlio del sindaco Ferruccio Capone, che, come tradizione per i lavori sul Santuario, ha offerto la sua opera gratuitamente. Così come gratuitamente ha fornito i calcestruzzi la Società Calcestruzzi Terminio di Salvatore Mazzei, il pietrame calcareo la Cava Mazzei, parte della lavorazione dei marmi la ditta Roberto Malerba, l’attintatura dei muri circostanti la zona De Stefano Mario.
SISTEMAZIONE DELL'AREA E POSA DEL MONUMENTO
Durante la cerimonia di inaugurazione l’Associazione “Giuseppe Delli Gatti” ha offerto gratuitamente uno spettacolo folcloristico e lo staff di TeleMontella.EU la ripresa televisiva della manifestazione. Una menzione particolare merita il bravo muratore Francesco Bosco, che con amore e competenza ha realizzato i muri a faccia vista ad opus incertum e offerto la sua opera per oltre un mese a titolo gratuito, in ricordo del suo periodo di emigrazione all’estero. Come accennato il trenta giugno è avvenuta la cerimonia dell’inaugurazione del monumento. Alle cinque del pomeriggio è iniziata la celebrazione della Santacerimonia Messa sul panoramico terrazzo adiacente alla chiesa, con un gran concorso di fedeli: erano presenti le rappresentanze delle associazioni religiose (confraternite e terz’Ordine Francescano), una folta delegazione di soci dell’Associazione Regionale Campana della Pensilvania, giunta appositamente dagli USA e guidata dal presidente Erminio Gambone, una numerosa rappresentanza di cittadini di Campi Bisenzio (FI), guidata dal sindaco Adriano Chini, con la partecipazione della direttrice del museo “Antonio Manzi” dott. Francesca Bertini e tutti i membri dell’Associazione per il monumento all’Emigrante. Meritatamente principale invitata è stata la sig.na Francesca Alderisi, attualmente coordinatrice del Movimento Associativo Italiani all’Estero. La cerimonia religiosa è stata concelebrata da D. Tarcisio Gambalonga, in rappresentanza dell’Arcivescovo Mons. Francesco Alfano, dal rettore del Santuario D. Eugenio D’Agostino, dai parroci D. Franco Di Netta e D. Raffaele Dell’Angelo. Un improvviso acquazzone ha interrotto la cerimonia e costretto tutti i partecipanti a continuarla nella Chiesa del Santuario: evidentemente il SS. Salvatore ha “preteso” di essere presente alla cerimonia.
CERIMONIA DI INAUGURAZIONE
Al termine del sacro rito tutti i partecipanti si sono recati sul piazzale antistante l’area del monumento e la sig.na Francesca Alderisi, madrina della cerimonia, insieme al Sindaco di Montella Ferruccio Capone ha tagliato il nastro tricolore, con un caloroso applauso di tutti i presenti. Don Tarcisio Gambalonga ha benedetto il monumento, scoperto dalla madrina Alderisi. Dopo il Sindaco e Francesca Alderisi hanno deposto ai piedi del Monumento una corona d’alloro in onore di tutti gli emigranti deceduti in terra straniera. La cerimonia è proseguita con il saluto del sindaco ing. Ferruccio Capone, che ha ricordato di essere figlio di un emigrante in Argentina, sottolineando il profondo legame che unisce Montella alle sofferenze di tanti suoi figli sparsi in tutti i paesi del mondo, nei quali hanno portato il frutto della loro laboriosità e dei propri valori, che hanno contribuito al progresso dei paesi ospitanti, conquistando stima e rispetto da parte di tutti. La madrina Francesca Alderisi ha dichiarato la sua soddisfazione per essere stata invitata ad essere la madrina di una cerimonia così suggestiva, della quale ha sottolineato il profondo valore di cerimonia civiltà da lei testimoniato dagli incontri con tutti gli italiani nel modo, che sempre restano legati alla patria lontana, che onorano con la loro opera meritoria. Il sindaco di Campi Bisenzio Adriano Chini ha sottolineato le sofferenze patite dai nostri emigrati, che dovrebbero portarci ad affrontare con una spirito più tollerante e più fraterno il fenomeno dell’immigrazione di tanti cittadini del mondo, che con speranza di una vita migliore raggiungono il nostro paese. Ha evidenziato i vincoli che uniscono Campi Bisenzio a Montella, non solo quelli rappresentati dalla figura molto significativa del Maestro Antonio Manzi, ma anche dalla presenza nella sua cittadina di una folta comunità di montellesi. Tali vincoli saranno cementati nel prossimo futura dal vincolo di “gemellaggio” tra le due comunità, con un atto pubblico in corso di attuazione. Molto commosso è stato l’intervento dell’artista Antonio Manzi, che ha sottolineato i vincoli che lo unisco al proprio paese di nascita e la soddisfazione di aver potuto esprimere con la sua opera il vincolo di amore che lo legano al Santuario del SS. Salvatore, che tanta luce e fortuna ha irradiato sulla sua vita. La dott.ssa Francesca Bertini, direttrice del museo “Antonio Manzi” ha messo in evidenza l’eccezionalità della creazione in Campi Bisenzio di un museo di un artista di giovane età, per merito della sua donazione di oltre cento sue opere e della creazione di una scuola artistica annessa al museo, meta frequente di scolaresche di tutta la regione. Il presidente dell’Associazione Regionale Campana della Pensilvania (USA) Erminio Gambone, visibilmente commosso, ha potuto soltanto esprimere la sua soddisfazione per aver potuto vedere realizzato il suo sogno. Un commosso saluto ha portato a nome dell’ALMES (Associazione Montellesi Emigrati in Svizzera) di Zurigo il presidente Alfonso Chieffo. Tutta la cerimonia è stata commentata e diretta dall’ottimo regista Carmine Dello Buono. Come tutte le cerimonie, anche questa si è conclusa con la consumazione gradita di un rinfresco offerto dal ristorante “Zia Carmela” e dal ”Caseificio di Enzo Gambone”.
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Video dell'inaugurazione (da riportare nei video youtube) https://youtu.be/yeTBcXPhl6U
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